Che
dirti,
mi
hai stregato e sono sveglio accanto al tuo sorriso.
Che
dirti,
mi
manca il fiato e sono libero di gioir del tuo sguardo.
Che
dirti,
non ho parole e canto il nostro incontro.
Che
dirti,
tremo
di paura e volo leggero nel tuo fascino.
Che
dirti,
sogno
il tuo sapore e fuggo nella nudita’
del fragile.
Che
dirti,
mastico liquirizia e inalo essenza di
ciclamino.
Che
dirti,
accarezzo
il freddo e scopro il gioco coperto da un velo di zucchero.
Che
dirti,
stanco
di attendere, e disseto l’animo con essenza di primavera.
Che
dirti,
prigioniero di te e nulla farò per fuggir dal
magico momento.
Che
dirti,
sprigiono
forza dirompente e con tal gioia ti abbraccio.
Che
dirti,
luce
accecante e rivolgo lo sguardo al buio della sera.
Che
dirti,
fragile
amore e riscopro la tenerezza gemellata al fanciullesco passato.
Che
dirti,
leggera
ingenuità e non ti illudo della sobria verità
Che
dirti,
impenetrabile
creatura e spoglio dell’abito l’ansia.
Che
dirti,
penetrante
desiderio e strappo l’elemosinata voglia,
al
pesco su cui poggia la mia schiena.
Che
dirti,
orchidea
d’autore e dipingo le bianche nuvole,
del
color dei tuoi occhi.
Che
dirti,
mordi
l’attimo e la vita dedico al tuo silenzio.
Che
dirti,
sei
vera e vorrei distruggere il momento che ho pensato di amarti.
Che
dirti,
i
piedi nudi nella pece e li adagio al mio volto, rosso di vergogna.
Che
dirti,
stufa
di attendere e scrivo ancor nel gioco.
Che
dirti,
melodiosa
voce e ballo allo scandir del fiato tuo.
Che
dirti,
profezia
mancata e studio ancor la lirica per trovar l’impronta tua.
Che
dirti,
oh
mio infinito e credo proprio d’averti persa.
Che
dirti,
hai
vinto Tu.
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