mercoledì 28 novembre 2018

PAG.39




Sguardo mandorlo giunto al punto.
 All’infuori dell’infinito si vedea
il ritorno all’imperioso mal pensiero dal presente acidulo,
come il bacio che mi tacesti;
perché assaporato sempre è stato per me in fantasia,
il sapor cadente dalle labbra tue.
Immacolato momento nel qual la penna solo sa deporre
il nero sulla lacrima tua,
io oggi inzuppo sì le dita,
ma esse con carezza asciutta sapranno calar la venere
che in te ama le rosee carni mie.
Amor di un tempo, amor nell’ignoranza,
 casto e puro resterò, punto di sicuro sol nell’animo,
ma di certo esso conterà più dello sgomento,
come solo nel principio i tuoi occhi a mandorla descriveranno:
l’arcobaleno al di sopra delle nostre vite.
E’ piovoso ed il grido udito dal cuor mio fa sì di intendere:
 il salivante ed ansioso allontanarsi di un amore
che riconoscente fu ai nobili teatri offerti da noi saltimbanchi,
 come fossero stati le false risate deposte su labbra
di adolescenti immaturi.
Oggi ti ritrovi lontana da me,
con in mano la pezza contenente il frutto dell’ansia;
ti vedo sai!!!…,
la esprimi poggiando il capo tra le onde di un freddo vento
proveniente da quella solitudine di nome
addio.

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