Sguardo
mandorlo
giunto al punto.
All’infuori dell’infinito si vedea
il
ritorno all’imperioso mal pensiero dal presente acidulo,
come
il bacio che mi tacesti;
perché
assaporato sempre è stato per me in fantasia,
il
sapor cadente dalle labbra tue.
Immacolato
momento nel qual la penna solo sa deporre
il
nero sulla lacrima tua,
io
oggi inzuppo sì le dita,
ma
esse con carezza asciutta sapranno calar la venere
che
in te ama le rosee carni mie.
Amor
di un tempo, amor nell’ignoranza,
casto e puro resterò, punto di sicuro sol
nell’animo,
ma
di certo esso conterà più dello sgomento,
come
solo nel principio i tuoi occhi a mandorla descriveranno:
l’arcobaleno
al di sopra delle nostre vite.
E’
piovoso ed il grido udito dal cuor mio fa sì di intendere:
il salivante ed ansioso allontanarsi
di
un amore
che
riconoscente fu ai nobili teatri offerti da noi saltimbanchi,
come fossero stati le false risate deposte su
labbra
di
adolescenti immaturi.
Oggi
ti ritrovi lontana da me,
con
in mano la pezza contenente il frutto dell’ansia;
ti
vedo sai!!!…,
la
esprimi poggiando il capo tra le onde di un freddo vento
proveniente
da quella solitudine di nome
addio.
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