Porti
la
giacca dimenticandoti di indossare l’ombra del tuo corpo
la
sua setosa fodera copre un animo ormai stanco
per
le continue mostranze
di chi lamenta
poco spazio
tra la pace animalesca e talvolta brutale
di
un contesto lasciato a se stesso.
Ti
guardi intorno e t’accorgi che le lamiere
adagiate
per costituire tetti grondano di sporco,
il
caldo insopportabile fa sì d’esprimere ingiurie
verso
sarcastici ribelli di strada.
Loro
non sanno perché tu indossi l’abito in quel frangente di storia
sì
la storia…,
la
storia di un essenziale carnivoro
vagante
tra tanta vergine solitudine,
anche
le frasi sconnesse dette attraverso un vetro d’auto d’epoca,
formano
un principio di fastidio,
tradurle
in attimi felici è impresa ardua,
in
ogni vocale vi è amarezza e nel contempo speranza,
purché
vi sia nel filo a cui si è legati un nuovo giorno
con
una luminosità tale da poter graffiare il volto di chi ci bacia
ormai
solo attraverso il ricordo.
Il
mare lascia i nidi sottratti alle maree tra vicoli percorsi da tenaci madri
quali
implacabili scommettitrici per un allattamento a pieno petto.
Mani
tese verso aliti maleodoranti cercano di farsi spazio
per
essere scelte e con forza di sazietà
condotte
la’
dove
il sudiciume imbratta solo l’animo d’alcuni esseri.
Il
sapore sapido del pane
non
è deciso dal voler esaltare aromi d’altre pietanze,
è
dovuto dal contatto con il nulla,
quel
nulla che fa da contorno al salato di lacrime
versate
per dar liquidi ad un orgoglio calpestato senza pudore.
Lo
specchio adagiato al muro di una bottega d’arte,
riflette
la tua figura ormai mezza vestita
ed
una che vorrebbe mostrare la sua umiltà
attraverso
una celata nudità;
I
piedi calzando sandali si sono abbronzati a strisce,
invidia
per quelli che anche se unghiati e sporchi,
mostrano
uniformità pari al suolo calpestato,
il
morbido del lino bianco copre in modo abbondante lunghe gambe,
lasciando
poco spazio ad altre,
appiattite
dallo stare inginocchiate su gradini di marmo
al
cospetto di sputi e monete cadenti,
quasi
a rappresentare pioggia nel deserto.
Lo
sguardo s’alza a veder
la
floreale camicia dipinta in una notte da sballo,
da
chi i profumi li sente solo attraverso pelle senza scrupoli,
nel
mentre il riflesso è trasparente,
al
di sopra della cinta non ha nulla,
forse
perché non vi è niente da coprire poiché il solo cuor rimasto
fu
donato nell’addio a coloro che avevano le stesse viscere,
ma
anche la tua faccia tosta mostra perplessità
quando
ti vede senza giacca..,
non
ricordi?
L’hai lasciata
più in là, sull’auto con la quale sei arrivato,
non
importa la indosserà il riflesso,
per
dare un po’ d’eleganza a quell’essere vagante
nell’umile
sopravvivere.
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