mercoledì 28 novembre 2018

PAG.41




Con lento andare percorro i piastroni
adagiati tra pareti cosparse di pitture mascoline.
Le tele sono assai affrancate alla bianca calcina,
mentre la suola dei miei mocassini scricchiola
interrompendo quei mugolii sarcastici ed inadeguati
come tale è la loro cultura in essere.
Con gesto rapido e birbante
estraggo il pezzo di seta che imbiancava il mio taschino,
ed asciugo la lacrima dimenticata su di un tavolo di una natura morta,
questo innalza il rimmel sparso sulle rosee guance
 poste sotto un casco biondo
“che poc’anzi sbuffava del teatro offertole”.
Le cornici son possenti e giacciono in loro
oli aromatici e mistici,
dai quali capto il modo d’essere dei nervi della mano,
che in quell’attimo davano espressione ai colori in loro fusi.
Lo scorrere delle immagini,
riflesse l’una all’altra dà un giocoso dialogo
fatto d’espressioni caste di parole,
ma eteree della loro astratta nudità;
la solitudine è contraria al mio inchino
di fronte ad una coppa immersa nel rosso vino
contenuto poco prima d’essere urtata dalla noia,
trionfando sulla purpurea tovaglia;
e tu bianco fiore che intermezzi le battaglie, scortica il conflitto,
e con la polvere d’esso imbratta un po’ il mio abito
forse troppo audace per accompagnare la tua giovane età,
ma è di sicuro intonato al sole,
che riflette nel verde dei tuoi occhi i mosaici incastonati nei vetri.
L’aria diventa acre, in me subentrano strani ricordi,
mosaici di vita mi ricongiungono al morbido sapore
degli anni senza bastone, quando elemosinavo la setola,
quando il faggio mi cedeva un po’ della sua corteccia
per difendere il dipinto pensiero,
quando un solco nel muro mi donava in fantasia
 l’aldilà dell’essere l’espressione d’esseri senza voce.
Eppur m’impreziosivo del tuo linguaggio,
o dolce compagna, ciò rendeva vero il ritratto del momento,
dava l’anima al soggetto,
appiattito dalla pesantezza di un vecchio pennello saturo di misture,
la luce, le curve, le ombre,
erano proiettate al centro dell’identificazione
solo quando venivano tratte dal tuo esistere al mio fianco,
quindi la mascolinità scende dal dipinto
e con passo ancor più lento si avvia
verso la volta illuminata dal riflesso di un’altra vita
pronta anch’essa per essere impressa
in un’elegante cornice.

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