Con
lento
andare percorro i piastroni
adagiati
tra pareti cosparse di pitture mascoline.
Le
tele sono assai affrancate alla bianca calcina,
mentre
la suola dei miei mocassini scricchiola
interrompendo
quei mugolii sarcastici ed inadeguati
come
tale è la loro cultura in essere.
Con
gesto rapido e birbante
estraggo
il pezzo di seta che imbiancava il mio taschino,
ed
asciugo la lacrima dimenticata su di un tavolo di una natura morta,
questo
innalza il rimmel sparso sulle rosee guance
poste sotto un casco biondo
“che
poc’anzi sbuffava del teatro offertole”.
Le
cornici son possenti e giacciono in loro
oli
aromatici e mistici,
dai
quali capto il modo d’essere dei nervi della mano,
che
in quell’attimo davano espressione ai colori in loro fusi.
Lo
scorrere delle immagini,
riflesse
l’una all’altra dà un giocoso dialogo
fatto
d’espressioni caste di parole,
ma
eteree della loro astratta nudità;
la
solitudine è contraria al mio inchino
di
fronte ad una coppa immersa nel rosso vino
contenuto
poco prima d’essere urtata dalla noia,
trionfando
sulla purpurea tovaglia;
e
tu bianco fiore che intermezzi le battaglie, scortica il conflitto,
e
con la polvere d’esso imbratta un po’ il mio abito
forse
troppo audace per accompagnare la tua giovane età,
ma
è di sicuro intonato al sole,
che
riflette nel verde dei tuoi occhi i mosaici incastonati nei vetri.
L’aria
diventa acre, in me subentrano strani ricordi,
mosaici
di vita mi ricongiungono al morbido sapore
degli
anni senza bastone, quando elemosinavo la setola,
quando
il faggio mi cedeva un po’ della sua corteccia
per
difendere il dipinto pensiero,
quando
un solco nel muro mi donava in fantasia
l’aldilà dell’essere l’espressione d’esseri
senza voce.
Eppur
m’impreziosivo del tuo linguaggio,
o
dolce compagna, ciò rendeva vero il ritratto del momento,
dava
l’anima al soggetto,
appiattito
dalla pesantezza di un vecchio pennello saturo di misture,
la
luce, le curve, le ombre,
erano
proiettate al centro dell’identificazione
solo
quando venivano tratte dal tuo esistere al mio fianco,
quindi
la mascolinità scende dal dipinto
e
con passo ancor più lento si avvia
verso
la volta illuminata dal riflesso di un’altra vita
pronta
anch’essa per essere impressa
in
un’elegante cornice.
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