Il
restante lo
raccolgo io,
mentre
con passo veloce raggiungi i colori che ti vestiranno
cerco
di racchiudere il tutto nello scrigno
regalatomi
nelle intemperie dall’amore del ventre che ti ha creato;
non
hai sospirato nel far cadere le gioie incenerite,
non
sapevi che davanti agli occhi tuoi
vi
era il taglio degli occhi di tuo padre.
Pensare
che tra le brecce di questa cava
la
fatica più insopportabile
era
leggere le poche odi scritte con la frusta e la sete.
Va
!! fuggi anima inquieta,
almeno
tu canta ai verdi prati la poca gioia
ancor vivente in un corpo ormai appartenente
all’ingiusto sarcasmo di un misero biancore.
La
meridiana sotto il pergolato non indica che il saputo,
ma è bello vedere
che
l’indice maestante
indirizza il nord con senso di piacere,
il
cuor mio lì nel freddo,
lasciò
la farsa ed il carro sul quale vi era l’immenso,
ovvero
la famiglia,
momenti
in cui si pensava di possedere invece di due ruote
almeno
una chiesa in cui pregare,
ma
anch’essa era
lontana,
il solo sollievo era lo stringere nel coro
della parola
l’amore
vivente in noi donato dal mistero.
Il
verde era di ghiaccio,
il
rosso del cielo sporco dal nero delle miniere,
il
blu dell’amore invaso dal sonno e del nulla da dirsi.
Eppur
leggo tra la polvere da cui sono circondato,
la
malinconia vivente in te
essa
e`qui
presente come
una primula nella sua primavera,
e
nella sua freschezza mi dice:
non
ti allontanar dal profumo emanato da quei fiori strani
nascenti
tra i raggi delle tue ruote,
si
sa sono pigri, poveri di petali e scarni di significato,
ma
hanno lo stesso ardor di
vivere che Dio diede a te
quando
decise di farti Essere di ribellione a questa bestialità.
Mi
avvio lentamente verso lo scuro,
presentatosi
innanzi a me con fare di nullità
la
gestione dell’incontro avviene con molta timidezza
quasi
a ricordar la fanciullezza,
le
mani son nettate dalla cera colata per illuminare il prossimo giorno
riflesso
negli occhi di una generica illusione:…
il
tornar da voi per sempre.
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