mercoledì 28 novembre 2018

PAG.72




Vedo avvolgerti nello scialle,
di cui immagine prepotente è rappresentata da sublimi colori
nell’oblio di un secolare passato.
Ne ricevi calore indistintamente da come hai proposto il sorriso
all’attuale custode,
pessimo lettore di un legame simbolico,
ma indispensabile ai fini di una catena
avente inizio nel cuore dei nostri geni.
Usi le dita dei piedi come percettori
di un invisibile passaggio di genti a te sanguinee
il cotto ti fornisce tutte le sensazioni necessarie a farti riflettere
dalle fiamme di un timido camino scenografie perenni al bianco e nero.
Ne vedi giostre musicali fatte girare intorno a plausi di gioia,
la gestione d’esse da parte del volto materno conferma la mancanza primaria
di una vera goccia di vita.
S’apre d’improvviso l’uscio malconcio di quest’impero clandestino,
innanzi ad occhi strabiliati si presenta l’elemosina del presente,
materializzata in una sfera
avente nella sua trasparenza le sembianze di collera e sterpaglia;
scoprendo le spalle offri sensualità,
ed il richiamo per l’elemento a te vicino si fa sempre più forte,
egli scrive con un carbone tolto dal cesto dell’invidia
la negazione a quell’incontro,
sente il richiamo pulsargli nello stomaco
ma frena la magia ingoiando la clessidra del tempo a disposizione,
per mostrarsi fantasia del presente.
Ed io mi innamoro sempre più del dipinto impresso nella luce della luna
penetrante nel verde dei tuoi occhi nell’attimo in cui hai percepito il rifiuto,
il cero si addormenta,
mentre le labbra pronunciate dal viola di un rossetto
lasciano la loro ombra sui bottoni di un vestito indossato per l’occasione,
il candore d’esso meritava certo d’essere impregnato dal profumo di tabacco ,
ma il fato ha voluto che poc’anzi tu indossassi quello scialle
che un giorno diede calore al nudo di un corpo
di cui mai conoscerai il volto
se prima non imparerai a toccare con l’animo l’amore…

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