La
scatola
in cui buttasti
un
po’ degli avanzi già regalati da bocche affamate,
è
grigia come l’essenza del cuore celato in petto.
Pioggia
di coriandoli tra pallidi cristalli di ghiaccio,
rallegra
la terra arida che le labbra vanno a sfiorare, sì… solo a sfiorare,
perché
il baciarla sarebbe un affronto.
Con
carattere strafottente l’innesto di gemme multi specie
crea
disordine nell’equilibrio,
a
fatica inoltratosi in noi quando c’estraniamo
da
coloro che vestono di foglie secche.
Sgargiante
euforia azzittita da ombre apparse improvvisamente
davanti
alla scia di pensieri omogenei al riso,
ritemprati
tra i veli di cui ti copri,
dona
luminosità a chi negli occhi ottiene solo immagini di sale.
Ho
udito nel frastuono creato dalla pelle sporca,
il
lamento di nubi incapaci di versare le loro lacrime,
grazie
a noi camaleonti degli universi credenti conquistatori
di
un non bene identificato strumento
capace
di rendere il dolore docile come l’abbondanza da noi buttata
in
grigie scatole
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