Dando
valore
alle insinuazioni di un parlare
dello
zingaro di turno,
mi
accingo ad aggrapparmi alle masticate foglie
di
un debole oleandro,
esse
nutrimento principale per chi si identifica nella bestialità.
La
menzoniera
erba
mi fa da tappeto
massaggiandomi
i piedi sui quali poggia l’ereditata felicità.
Un
nodo allo stomaco domina l’attimo dell’approccio
con
l’immagine di un’eterea giovinezza
accordando
la voce alla musica proveniente
da
un non ben identificato strumento,
nell’udirla
sento la stessa cadenza con la quale mi
cantavi amore.
Mordente
fascino, lasciami sognare nell’immenso di un fantastico
appartenente
al presagio fatto in casa con mistici giochi d’oriente,
tormento
per un furfante che non trova pace
tra le brecce di questa desolata spiaggia
improntata
indelebilmente seguendo il ritmo di filosofiche danze.
Il
viaggio lasciatomi alle spalle ha segnato molto il viso
che
vado a specchiare nel ricordo,
le
vistose rughe sembrano dare sicurezza a chi venendomi incontro
mostra
un sacco di tela giallo
con
la speranza che
venga
riempito
di
quell’esperienza vissuta nell’inconscio;
gli
si
presenta il mistero, la curiosità,
l’astratto
interposto tra la luce degli astri
e
la genuinità del concreto,
ne
prende una parte d’essi per integrarli in
un rapporto
proiettato
verso la dissoluzione.
Da
perfido approfittatore le scopro le orecchie
per
carpir il suo udire da lontani angoli,
scopro
ch’Ella ha rinunciato da tempo
alle
frasi fatte per distrarre l’onore strappatole dal corpo;
tra
le mani le si formano figure gelatinose
dalle
quali affiorano visioni futuristiche,
una
nave con le vele ammainate si lascia andare alla deriva,
un
rispecchio d’animo improvviso
respira
tramite il soffuso di una nuvola nascente,
è
meraviglioso in quell’attimo denudarsi
dell’oppressione
dovuta al tempo che non passa mai,
lasciar
correre la fantasia,
fino ad entrare nel cervello di un
inafferrabile egoista,
per
costringerlo ad usare dei parametri umani
anche
nei confronti di chi predispone l’agio per gli Oltre della terra
propensi
a tradurre la rabbia in gioia con un semplice gesto del cuore.
E’
quindi logico affidarsi ad un segno lasciato nell’antico scritto,
che
sia ombra o polvere di stelle
esse
verranno onorate sempre dalla brezza del mare
in cui si rispecchia il nostro
eterno
universo:
la
vita
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