mercoledì 28 novembre 2018

PAG.77




Dando valore alle insinuazioni di un parlare
dello zingaro di turno,
mi accingo ad aggrapparmi alle masticate foglie
di un debole oleandro,
esse nutrimento principale per chi si identifica nella bestialità.
La menzoniera erba mi fa da tappeto
massaggiandomi i piedi sui quali poggia l’ereditata felicità.
Un nodo allo stomaco domina l’attimo dell’approccio
con l’immagine di un’eterea giovinezza
accordando la voce alla musica proveniente
da un non ben identificato strumento,
nell’udirla sento la  stessa cadenza con la quale mi cantavi amore.
Mordente fascino, lasciami sognare nell’immenso di un fantastico
appartenente al presagio fatto in casa con mistici giochi d’oriente,
tormento per un furfante che non trova pace
 tra le brecce di questa desolata spiaggia
improntata indelebilmente seguendo il ritmo di filosofiche danze.
Il viaggio lasciatomi alle spalle ha segnato molto il viso
che vado a specchiare nel ricordo,
le vistose rughe sembrano dare sicurezza a chi venendomi incontro
mostra un sacco di tela giallo
con la speranza che venga riempito
di quell’esperienza vissuta nell’inconscio;
gli si presenta il mistero, la curiosità,
l’astratto interposto tra la luce degli astri
e la genuinità del concreto,
ne prende una parte d’essi per integrarli in un rapporto
proiettato verso la dissoluzione.
Da perfido approfittatore le scopro le orecchie
per carpir il suo udire da lontani angoli,
scopro ch’Ella ha rinunciato da tempo
alle frasi fatte per distrarre l’onore strappatole dal corpo;
tra le mani le si formano figure gelatinose
dalle quali affiorano visioni futuristiche,
una nave con le vele ammainate si lascia andare alla deriva,
un rispecchio d’animo improvviso
respira tramite il soffuso di una nuvola nascente,
è meraviglioso in quell’attimo denudarsi
dell’oppressione dovuta al tempo che non passa mai,
lasciar correre la fantasia,
 fino ad entrare nel cervello di un inafferrabile egoista,
per costringerlo ad usare dei parametri umani
anche nei confronti di chi predispone l’agio per gli Oltre della terra
propensi a tradurre la rabbia in gioia con un semplice gesto del cuore.
E’ quindi logico affidarsi ad un segno lasciato nell’antico scritto,
che sia ombra o polvere di stelle
esse verranno onorate sempre dalla brezza del mare
 in cui si rispecchia il nostro
eterno universo:
la vita


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