mercoledì 28 novembre 2018

PAG.48




Oggi sono triste,
veder le ombre articolarsi sul nudo del corpo tuo confina:
sentimenti sull’orlo di un silenzio atteso,
oltre ad un linguaggio che ormai più non mi appartiene;
vorrei strozzarti, casto ed umiliante tempo,
in te ho deposto i colori delle mie labbra
quando saggiavano il sapor della vergogna,
essi dovuti ai troppi ricci cascanti
tra la luce del mio viso ed i tuoi sentimenti.
Il nudo dei miei piedi nella notte fredda
scalcia le pietre di questo viale
irto al cammino di un animo piangente
come le carezze di questi salici,
anch’essi come me ricoperti di rugiada.
L’erba china innanzi al passo mio
indica il passaggio di ricche gioie---
ne vado alla ricerca,
ma come briciole di pane lanciate al vento
han lasciato solo il sapore.
Lo strumento va a suonare con melodioso etereo amore
le parole che mi tacesti mentre il tuo sole era scarno di sorrisi.
Travolgente amore,
 vado a  leggere tra le rughe di un volto riflesso le paure indomite,
le copro con creme naturali ma per loro è come concime afrodisiaco,
si moltiplicano a ricoprir anche il poco spazio rimasto all’animo.
Allor mi lego al corpo funi intrecciate da varie specie d’amor perduti,
  traggo dalla loro linfa la sofferenza mai assaporata,
data la forza con cui vengo stretto senza fiato.
Si resta inermi innanzi al colloso odio che ne fuoriesce;
dove posso adagiar il futuro scritto
nei pensieri d’esseri innamorati dell’egoismo
se le ampolle hanno opacizzato le loro trasparenze.
Bevo un po’ del siero rimasto dal nostro ultimo bacio
ed addormento insieme ai miei occhi,
la luce che non siamo mai riusciti ad inserire
tra noi ed i nostri contrasti.

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