Oggi
sono
triste,
veder
le ombre articolarsi sul nudo del corpo tuo confina:
sentimenti
sull’orlo di un silenzio atteso,
oltre
ad un linguaggio che ormai più non mi appartiene;
vorrei
strozzarti, casto ed umiliante tempo,
in
te ho deposto i colori delle mie labbra
quando
saggiavano il sapor della vergogna,
essi
dovuti ai troppi ricci cascanti
tra
la luce del mio viso ed i tuoi sentimenti.
Il
nudo dei miei piedi nella notte fredda
scalcia
le pietre di questo viale
irto
al cammino di un animo piangente
come
le carezze di questi salici,
anch’essi
come me ricoperti di rugiada.
L’erba
china innanzi al passo mio
indica
il passaggio di ricche gioie---
ne
vado alla ricerca,
ma
come briciole di pane lanciate al vento
han
lasciato solo il sapore.
Lo
strumento va a suonare con melodioso etereo amore
le
parole che mi tacesti mentre il tuo sole era scarno di sorrisi.
Travolgente
amore,
vado a
leggere tra le rughe di un volto riflesso le paure
indomite,
le
copro con creme naturali ma per loro è come concime afrodisiaco,
si
moltiplicano a ricoprir anche il poco spazio rimasto all’animo.
Allor
mi lego al corpo funi intrecciate da varie specie d’amor perduti,
traggo dalla loro linfa la sofferenza mai
assaporata,
data
la forza con cui vengo stretto senza fiato.
Si
resta inermi innanzi al colloso odio che ne fuoriesce;
dove
posso adagiar il futuro scritto
nei
pensieri d’esseri innamorati dell’egoismo
se
le ampolle hanno opacizzato le loro trasparenze.
Bevo
un po’ del siero rimasto dal nostro ultimo bacio
ed
addormento insieme ai miei occhi,
la
luce che non siamo mai riusciti ad inserire
tra
noi ed i nostri contrasti.
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