mercoledì 28 novembre 2018

PAG.33




Il fazzoletto lasciato cadere giù verso gli scogli,
 dissemina il profumo di cui lo impregnasti
tra gli aghi di quei pini lanciati verso lo strapiombo
quasi a testimoniare il voler del tuo animo.
Lasciati accarezzare,
dona i lineamenti del tuo volto al fervore delle mie labbra,
traduci le lacrime versate al mare in rubini pronti
ad adornare il fidanzamento;
il gergo delle delusioni non deve angosciare la tua tenera età,
è futuristica una vita senza grigiori,
ma forse è un futuro in cui l’uomo non riuscirebbe a ritrovarsi
dato che le sofferenze fanno parte del nostro essere.
Come vedi sono qui accanto al vulnerabile nudo del tuo corpo
pronto a proteggerlo
coprendolo delle emozioni scritte in quel diario abbandonato
sul ciglio della strada.
Gli aranci di questo viale cantano al vento le passioni,
sussurrate o incise ai loro corpi,
come fossero pilastri per un paradiso celato ai nostri occhi.
Quel paradiso in cui forse ci sono anche i nostri sentimenti
nei quali si forgiava il giorno.
Un vecchio passeggia ansioso di veder la calma del mare sottostante.
Ma la brezza è forte ed inclina anche l’ombra della luna,
quindi il poter pescare l’alga della forza resta un’improbabile illusione;
borbottando contrariato dal risultato,
volta le spalle svanendo nel nero catrame;
per oggi la ciotola dell’amore è ancor colma delle sue dolcezze:
le nostre anime.

Nessun commento:

Posta un commento