mercoledì 28 novembre 2018

PAG.43




Una scarpa abbandonata tra due carreggiate evidenzia:
un posto libero accanto ad una serpe avida
di riflessi solari inasprisce la violenza
con la quale si deprimono le ombre appartenenti a dune
destinate in breve corsa a coprire l’alone della luna,
opaco mimetizzatore di veleni eccelsi.
Il rotearsi di un rinsecchito e sconosciuto erbaceo
traccia sulla sofficità del manto sabbioso
gli stessi lineamenti che esprimono le onde nel nero dei tuoi capelli.
Mi angoscio al veder innanzi a me l’orizzonte senza ostacoli,
una voce mi accompagna fino al miraggio………
Delicate mani spalmano marmellata su pane di segale appena sfornato,
il fuoco acceso, riflesso in occhi di color ghiaccio,
sfiamma per dar sollievo all’animo tormentato dall’incertezza
di una realtà nell’insegna d’aridità.
L’albero delle croci evidenzia:
materassi spinti a forza deprimono l’eleganza con la quale esso emerge
tra erbacei emananti strani aromi,
con ombre stilate si combatte per comprimere i loro spazi.
Ed il profondo sonno rilega il puzzo d’abiti male indossati
a carezze date da foglie carezzanti barbe incolte.
Le vibrazioni provocate dal passaggio di pensieri omogenei
ad un silenzio incolto,
non aiutano il respiro ad inalare polline di malva.
I bottoni di una giacca trovati in tasche altrui
vengono depositati su radici fuoriuscite quasi a dire per l’eterno:
legata allo scuro sarà l’illusione d’uomini senza veli.
E l’innalzo del mattino è assetato di vita,
il tempo è breve per colmarsi del bisogno,
sul ferro della cinta un’altra traccia va a segnare
il tempo trascorso in terra sapida;
ma le mani sono pronte a tendersi sul riflesso di vetri chiusi
 nei quali è celata la paura di un rispecchio d’animo.
E vedo con il bruciore agli occhi l’ombra dell’altra scarpa
che vado a lasciare dove è luogo di nessuno


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