Una
scarpa abbandonata tra due carreggiate evidenzia:
un
posto libero accanto ad una serpe avida
di
riflessi solari inasprisce la violenza
con
la quale si deprimono le ombre appartenenti a dune
destinate
in breve corsa a coprire l’alone della luna,
opaco
mimetizzatore di veleni eccelsi.
Il
rotearsi di un rinsecchito e sconosciuto erbaceo
traccia
sulla sofficità del manto sabbioso
gli
stessi lineamenti che esprimono le onde nel nero dei tuoi capelli.
Mi
angoscio al veder innanzi a me l’orizzonte senza ostacoli,
una
voce mi accompagna fino al miraggio………
Delicate
mani spalmano marmellata su pane di segale appena sfornato,
il
fuoco acceso, riflesso in occhi di color ghiaccio,
sfiamma
per dar sollievo all’animo tormentato dall’incertezza
di
una realtà nell’insegna d’aridità.
L’albero
delle croci evidenzia:
materassi
spinti a forza deprimono l’eleganza con la quale esso emerge
tra
erbacei emananti strani aromi,
con
ombre stilate si combatte per comprimere i loro spazi.
Ed
il profondo sonno rilega il puzzo d’abiti male indossati
a
carezze date da foglie carezzanti barbe incolte.
Le
vibrazioni provocate dal passaggio di pensieri omogenei
ad
un silenzio incolto,
non
aiutano il respiro ad inalare polline di malva.
I
bottoni di una giacca trovati in tasche altrui
vengono
depositati su radici fuoriuscite quasi a dire per l’eterno:
legata
allo scuro sarà l’illusione d’uomini senza veli.
E
l’innalzo del mattino è assetato di vita,
il
tempo è breve per colmarsi del bisogno,
sul
ferro della cinta un’altra traccia va a segnare
il
tempo trascorso in terra sapida;
ma
le mani sono pronte a tendersi sul riflesso di vetri chiusi
nei quali è celata la paura di un rispecchio
d’animo.
E
vedo con il bruciore agli occhi l’ombra dell’altra scarpa
che
vado a lasciare dove è luogo di nessuno
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