mercoledì 28 novembre 2018

PAG.92




Mentire all’immagine.
Canto d’onore sofferto e richiuso nell’animo di un elegante sogno…
il mio, nella tua non presenza.
Contesto difficile,
 sarcastico, burbero
ma libero da ogni pressione e moralismo.
Nell’inginocchiarsi sopra giovane edera e nel sentir l’umido
che ti sale su per l’inconscio,
scopro l’essenza della frustante timidezza,
essa causa principale del voltar la schiena ogni volta
che mi trovo davanti al verde dei tuoi occhi.
Destinare a volte il fiato alle onde del mare,
 serve a dar calma al confine,
lì nell’orizzonte,
dove vanno ad unirsi all’inspiegabile mistero dell’universo.
Ed il freddo ti prende dentro,
allora ricerchi il caldo divulgato dalla sabbiosa terra
ma essa t’acceca e lascia spazio solo all’udir del vento...
resta il nulla ,
nulla è da esso trasportato o forse l’amore perso ha troppo peso
perché possa vagare nel vuoto.
Musicante di un paese vicino
dille che non ho più erbe aromatiche per gustare il sale,
dille che l’ora del gioco ha ormai lasciato spazio
a momenti di solo lacrime ed ansie.
Gestore del pentimento,
evidenzia in cristalli fuggiaschi gocce color rubino,
in loro è trasmesso il fervore che convive con l’angoscia,
trascina quel tesoro d’umiltà
fin dove le sue labbra in attimi di legittima libertà
portan sapore.
Incorona anche un solo istante del suo pensiero
rivolto al nostro stringersi,
credile anche se le sorridono gli occhi,
credile anche se la sua chioma non ha più i colori
che desideravo accarezzare.
Questa sera berrò vino senza l’ausilio di alcun bicchiere,
lascerò che le labbra sfiorino la terracotta dell’anfora
in cui sarà versato,
terrò lontano i colori del tramonto socchiudendo le persiane,
lascerò che una intrigante musica
 si adagi nel sonno che mi verrà incontro,
così chiuso nel gergo del silenzio andrò ad ingannare
un’altra immagine.

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