Fuga
distorta dei tuoi gesti
nei
confronti della luce che ti assottiglia.
Strano
paragone vorresti immergere ora con molta furbizia,
nelle
gocce a te prostrate.
Trascorre
anche il limite,
ma
tu ancor non cadi in quel baratro
che
in fin dei conti vorresti contenesse nel suo infero
anche
l’ultima luce a noi affidata.
Un
nome percorre intere generazioni,
il
gene può arrestarsi al pronome dei suoi avi,
eppur
la fuga può con il suo silenzio
riportarti
nel presente del mio essere;
perché
sarà solo in me che tu riconoscerai il figlio tuo.
Ed
il padre mio resta incantato dal veder gioioso
lo
scritto con il quale racconto il vivere del tempo,
in
cui il sudore dei nostri corpi si assomiglia.
Ed
or che al di sotto delle ginocchia
il
pianto si attorciglia alla tua voce,
il
brivido mi prende e mi riporta su dal baratro
al
cospetto di un’accecante elemosina.
Mi
manchi,
e
questa è la descrizione di un animo senza di te:
Papà.
Nessun commento:
Posta un commento