Rigo
Sopra
le parole
Rigo
Sotto
le parole
Rigo
Fuori
dalle regole
Rigo
dentro
la foschia che oscura il bianco foglio
Rigo
capestre
di frasi nate nell’impero del profondo sonno
Rigo
servo
di un canto proveniente da vischiosi lamenti
troppo
acuti per il debole udito
Rigo
un
calice si alza fino a versar sul tuo linear orgoglio
il
vino del giorno,
esso
scivolerà fino alla fetida gola.
Mirtilli
pestati danno il giusto colore
ad
un fondo che ormai dava troppo rilievo a te
Rigo
un
chiodo audace cerca d interrompere la tua linearità
ma
la retta dell’esistenza si interpone
confermando
l’unione dei due estremi.
Rigo
mostrando
la perfezione su un parallelo
colmo
di diversità sei il rifugio di anime
che
vivono tra nespoli e avocado, aranci palme datteri e meloni...
oro
e sopravvivenza, lussuria e sale in gola
pace
guerra mare sole,
dolce
amaro e siccità,
putrido
e gioia di neonati....
code
di esperienze.
Rigo
chi
non vorrebbe rigenerarsi
nell’altopiano
in cui nasce l’acqua della longevità,
chi
non saprebbe tener equilibrio
sulla
poca dritta schiena di uno stanco mulo
quando
a sorreggere la globalità
è
la negatività presente nel suo assoluto.
Rigo
le
piogge lavando la tua superfice
lasciano
cadere sopra il capo di chi ti è sottomesso,
la
terra che alimenta le radici di una vita celata alla vista,
la
coreografia detestata
è quella
nella quale si inciampa
quando
vi si portano nozioni apprese in quel mistico silenzio.
Rigo
Si
aspetta il poggiar dei nostri piedi sul sopra scritto
come
fosse la materializzazione di un sogno,
ma
nulla accade, nulla cambia
Rigo
sei
il centro del nostro essere,
il
sopra di ogni uomo, il sotto di ogni uomo,
Rigo
chi
sei?
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