mercoledì 28 novembre 2018

PAG.97



Rigo
Sopra le parole
Rigo
Sotto le parole
Rigo
Fuori dalle regole
Rigo
dentro la foschia che oscura il bianco foglio
Rigo
capestre di frasi nate nell’impero del profondo sonno
Rigo
servo di un canto proveniente da vischiosi lamenti
troppo acuti per il debole udito
Rigo
un calice si alza fino a versar sul tuo linear orgoglio
il vino del giorno,
esso scivolerà fino alla fetida gola.
Mirtilli pestati danno il giusto colore
ad un fondo che ormai dava troppo rilievo a te
Rigo
un chiodo audace cerca d interrompere la tua linearità
ma la retta dell’esistenza si interpone
confermando l’unione dei due estremi.
Rigo
mostrando la perfezione su un parallelo
colmo di diversità sei il rifugio di anime
che vivono tra nespoli e avocado, aranci palme datteri e meloni...
oro e sopravvivenza, lussuria e sale in gola
pace guerra mare sole, 
dolce amaro e siccità, putrido e gioia di neonati....
code di esperienze.
Rigo
chi non vorrebbe rigenerarsi
nell’altopiano in cui nasce l’acqua della longevità,
chi non saprebbe tener equilibrio
sulla poca dritta schiena di uno stanco mulo
quando a sorreggere la globalità
è la negatività presente nel suo assoluto.
Rigo
le piogge lavando la tua superfice
lasciano cadere sopra il capo di chi ti è sottomesso,
la terra che alimenta le radici di una vita celata alla vista,
la coreografia detestata è quella nella quale si inciampa
quando vi si portano nozioni apprese in quel mistico silenzio.
Rigo
Si aspetta il poggiar dei nostri piedi sul sopra scritto
come fosse la materializzazione di un sogno,
ma nulla accade, nulla cambia
Rigo
sei il centro del nostro essere,
il sopra di ogni uomo, il sotto di ogni uomo,
Rigo
chi sei?

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