mercoledì 28 novembre 2018

PAG.87



Potrei cominciar col dirti:
germogli nati con speranza d’esser fiori,
ombre gioviali e suddite per scure facce di quartiere,
tutto ciò ha  vita corta quindi
 illuminar per sempre la passione vivente nel tuo animo
è aceto su ferite,
colgo ogni goccia di quell’essenza
gestendole come fossero collage d’amore
illudendomi della loro eternità;
il rifiuto all’incontro è stato assiduo,
più della voglia d’ingoiare senza pudore
l’amaro preservato.
Di fronte a colline vellutate
inciampo in quelle che sono definite aiuole di città,
con rammarico m’accorgo
che sono in realtà frasi incompiute
lasciate per la raccolta del vento;
marzo è il mese in cui si preparano le carni
 al contatto con il caldo ricercato, il sordo mare
 comincia a distendere il suo spumeggiante orgoglio
 tra frammenti di storie
a volte vissute un solo attimo
per il volere di un egoista di troppo,
esse emergono dalla bianca sabbia
con la stessa ingenuità usata dai petali di margherite
pronti a paragonarsi alle ciglia dei tuoi occhi.
Potrei continuar col dirti:
stonate voci cercano di consolarmi
mentre vago sovrastato dal nuvoloso cielo,
esso candore per fulmini e tuoni…
linguaggio amato dal  tutore dell’ansia,
dove sei……?
Continuo a scavare dentro ogni segno
rimasto a rappresentar la tua vita nella mia vita,
il sapor della tua bocca lo ricorda la rossa azalea,
essa cuore del verde sottostante,
la magnolia porge i suoi maestosi fiori
come quando la tua candida anima
provocava il vulcano dormente in me.
Potrei finir col dirti:
legate a corde con mollette di legno anziché panni,
vi sono frasi sconnesse lasciate al riso di passanti confusi,
loro potranno gestirne l’essenza
e compilar papiri con frasi d’amore,
ed io ombrato da consonanti sarcastiche,
ricorderò con tormento il paesaggio dipinto da te
nella grotta degli indovini,
esso era fato di pura fantasia,
 la sola certezza confermava l’eccesso
la calante sera
l’inizio del mio giorno
accanto alla tua trasparenza.

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