mercoledì 28 novembre 2018

PAG.13




Dall’ugola dell’universo estrarre percorsi incerti,
segnati dall’aspro ridere di melodiose parole.
Certi dell’imperfetto, sicuri di aver, in ante antiche,
scatole ancor piene di saporite idee.
Un ferrato destriero abbraccia le vesti ricoprenti l’entusiasmo
lasciato al di sotto di cere appena colate.
Riflessi lampeggianti su candide pareti
si fan forza tra edere intrecciate da aghi
che mai cuciranno le mie sete.
Trascinate da un domestico,
le garze hanno assorbito gli avanzi lasciati
tra ragnatele poco prima tessute da braccia Reali.
Vento, soffia forte vento,
e con la forza tua pulisci questo volto dal sudore
 lasciato da mani di zingari amori.
L’ansia mi prende fino ad esternar canti nemici alla vicina nuvola
trattenuta a me dalla forza d’infinite braccia.
E la terra viene arata......
ed il raccolto appiccicoso difficilmente
 lascerà cadere in cieli azzurri
sudori di color non certo chiari.
Degli angoli ne farei archi,
degli archi ne farei figure astratte in cui incidere gli sputi
con i quali hai dipinto le mie carni,
delle quali i figli di ragni stranieri alle ricchezze
tesseranno di nuovo le pareti
in cui credi di aver chiuso le impronte dei miei piedi
mai lavati da piogge tanto attese.
Levati il cappello,
stupido dipinto,
innanzi alle tempere che hanno dato vita
a ciò che il tuo sommerso mai avrebbe potuto dare senso
e se qualche goccia è d’avanzo
ricordati di chi ha dato luce alla seta
sulla quale le parole sono incise per voci nere
...ugualmente l’ugola dell’universo
ne farà canti.

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