mercoledì 28 novembre 2018

PAG.63




Immagini il tuo volto nell’imperfetto sogno di un tulipano nero,
ribelle all’odor di scoglio e sandalo bruciato.
Ai confini del tuo corpo,
si risveglia il malgama del giorno umido di piacere
ed un’iris fiorita solo per dar d’essenza ai tuoi ideali,
s’inchina offrendo la forza delle sue spalle.
Il mostrato candore adagiato a fil di suolo,
s’intreccia ai corti passi d’esseri azzoppati dai pochi lusinghi,
lesti però a baciar tra i denti il pieno di un sorriso.
Riflesso dell’essere mio innato…
Come fuggir stracciandomi da petto lo stretto morso tuo?
Peli d’esseri minori che a coprir le carni delle gioie,
come trascini di colore su lievi rugiade di profumi.
Elegante coprente manto,
in te rifugio degli amori, scoprii d’esser nato fuori da quei colori,
con il giusto silenzio.
Mangio petali nelle primavere, regalando il roseo delle mie carni;
forzo acqua per bagnar l’erba di cui mi nutro,
rubo il fil di luce al cominciar del giorno.
Remi che battono al di sotto del mio navigar,
fan da scudo al potere a me donato.
Timpani affaticati dai sospiri,
racchiudono la sentita noia
fra delicati momenti.

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