mercoledì 28 novembre 2018

PAG.79




Il testimone del silenzio vivente in te, o stelo della speranza,
ha raccontato del fascino adottato quando con ritagli di cartoni
costruivi collage per il prossimo futuro.
Non è stato difficile modellare lo scheletrito tavolo
sul quale vi era prepotentemente adagiato
il contastorie di una fragile fanciulla.
Da esso nasceva un generoso linguaggio
dal quale erano tratti plebisciti d’amore.
L’esilità della sapienza espressa in cartaceo,
portava a proteggere con forza fisica
i chiari segni lasciati a macerare nel nettare del tuo essere.
E’ simpatico il modo con il quale sono stilizzate
le lampade di questo luogo,
esse tormento assai fastidioso
per chi catturando le ombre del bene,
le cela nell’infero del proprio animo.
Così facendo la corteccia che s’innalza davanti al sole,
darà un frutto molto ricercato
essendo uno dei pochi nati con il puzzo della cenere.
Le sembianze giostrate in modo da far confondere
chi ascolta il racconto del giorno
hanno una determinante affinità con gli stessi ostacoli,
incontrati per avvicinarmi al prato
morsicato all’inverosimile da creature affamate e disidratate,
il volerne accarezzare qualcuna è principio di assoluzione
verso l’atto commesso da chi vivente nel fantastico,
è riuscito a dar prurito alle rosee carni.
E’ contrastante minimizzare l’offesa,
ma la nobiltà dell’impressionista,
riuscirà ad istaurare un legame omogeneo
tra la pittura ed il canto del prossimo destino.
Non è desolante il cammino tra pietra lavica,
si gestisce acutamente il tempo che occorre
per tradurre dal nero pece calpestato
il bagliore proveniente da un pallido germoglio solitario.
Sospeso ad una luminaria vi è il solito: auguri!!
E chi vi cammina al fianco lascia con orgoglio
tra le mani di chi la sta accendendo
un petalo proveniente dall’imperfetto
poc’anzi custodito nel  proprio cuore.
L’improvviso silenzio sconcerta,
è molto strano non udir clamori di gioia
mentre si è invasi da festanti carri,
portatori di buffoni quali coreografi di commedie,
recitate in piazze stanche di ospitare vasi di cemento
da cui ogni donna che ha in grembo il giorno che verrà
attende di accarezzare il fiore nascente
testimone di un esistente mondo
 contrapposto all’oggi.

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