Adagiar
le
fantasie sui lineamenti delle tue labbra,
frasi
che nascono per confondere la morfologia
di
ciò che circonda la giovane età,
mento
mentre stringo con forza
una
cinta nei fianchi di un corpo estraneo,
l’ora
di ascoltarti è giunta
e collegandosi ad un prefisso di etica,
costringo
il mio pensier a reagire
come
un
mendicante agirebbe
al
cospetto di
un
laico sordo e strafottente.
Cartografie
cercano di riassumere
un
viaggio tra elementi multiformi,
casti
e consoni al sapor di pane crudo
ed
al profumo di spezie pronte ad amalgamarsi in esso,
mistero
e comportamento estraneo a ricerche di ridondanze
coerenti
alla luce che ci circonda,
aiutano
a restare anonimi,
pur
rispettando la nostra natura,
è
quel che resta di una dignità venduta
per
pochi acini d’uva.
E
s’alza
il vento,
sabbia
intrisa di profumi orientali,
oscura
l’espressione di stelle solitarie,
intente
ad osservare l’avvicinarsi di schiumose onde
ai
bordi di un cementato forziere.
Un
comando indiretto
proveniente
dalle viscere di un codardo analfabeta,
costringe
il sobrio linguaggio
a
soffocare tra lenzuola di seta,
esso
melodia del momento e giudicabile preghiera.
Il
peccato ricava forza tra le viscere della terra,
il
fuoco scorre,
ribellandosi
al contrasto del principio,
getta
il suo scuro nella pace paradisiaca,
gocce
color porpora cadenti da essa,
su crosta polare scrivono il nome tuo.
Con
gergo sconosciuto,
ma comprensibile da un animo sarcastico,
cerco
di spiegarti il senso dell’elemosina
mentre
schiacci con le mani ed assapori nel contempo
il succo che schizza da un maturo melograno.
Si
pretende forse troppo da un timido modo
di
gestire un approccio unico ed elegante
con
un viaggio da cui solo la fede
può
dirci dove siamo condotti,
altro
comportamento è innato in caparbi ed assolutisti egoisti
che
amano la vita carnale
come
fosse l’epicentro dell’universo…
delusione
per chi la suonata illusionista ha già udito.
Contrasto
tra purità ingenuità e curiosità,
impreziosirsi
di elementi inceneriti,
sanno
di comportamento codardo,
corsaro
di un tempo in cui il solo mare da esplorare
è
il canto proveniente da viscere ormai stanche di gestire
l’immenso tuo volere
che
una semplice teoria non potrà mai donarti.
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